Uno degli ultimi strumenti promossi dal Governo in tema di Covid-19 è il Green Pass. La certificazione verde introdotta dal DL n.52 del 22 aprile e modificato con il DL n.65 in vigore dal 18 maggio. Cosa è possibile fare con il Green Pass? Questi fornisce la possibilità di spostamento in entrata o in uscita dalle Regioni in zona rossa o arancione. Inoltre, dal 15 giugno, in zona gialla, darà la possibilità di partecipare ai ricevimenti di nozze civili o religiose anche al chiuso, ma solo se si rispettino condizioni e limitazioni specifiche per quel particolare evento. In altri termini, la certificazione verde non è altro che una documentazione che attesta diverse condizioni, tra le quali: lo stato di completamento del ciclo vaccinale, l’avvenuta guarigione dall’infezione da Sars-Cov-2, che coincide con la data di fine isolamento e l’effettuazione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo effettuato nelle 48 ore precedenti.
Come si ottiene questa speciale certificazione? Sono diverse le modalità di rilascio: in primis viene rilasciata a seguito dell’avvenuta vaccinazione della persona dalla struttura sanitaria che l’ha effettuata. La certificazione indica il numero di dosi somministrate rispetto a quelle previste. Il certificato, a seguito dell’avvenuto guarigione, viene rilasciato dalla struttura sanitaria presso la quale è avvenuto il ricovero. Infine la ritroviamo a seguito di un esito negativo del test molecolare o antigenico rapido nelle strutture sanitarie pubbliche o private autorizzate e accreditate e le farmacie presso cui è stato effettuato il tampone. La validità del Green Pass è di 9 mesi e non presenta nessun costo. Potrà essere rilasciato in formato cartaceo o digitale.