Per celebrare la Festa della Liberazione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, munito di mascherina, si è recato, senza nessuno al seguito, all’Altare della patria per tenere il tradizionale discorso. In cima alla scalinata lo attendevano due corazzieri, anch’essi muniti di mascherina, che hanno portato una corona al sacello del milite ignoto, mentre un trombettiere dei carabinieri suonava “Il Silenzio”.
Festa della Liberazione 2020: il discorso di Mattarella
Una celebrazione intima, silenziosa, che non poteva che risentire della particolare emergenza in cui riversa il Paese e il mondo intero. “La pandemia ci costringe a celebrare questa giornata nelle nostre case” esordisce Mattarella “fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione, di quelle pagine decisive della nostra storia, dei coraggiosi che vi ebbero parte, significa ribadire i valori di libertà, giustizia, e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore. L’Italia ha superato, nel Dopoguerra, ostacoli che sembravano insormontabili. Le energie positive che seppero sprigionarsi in quel momento portarono alla rinascita. Il popolo italiano riprese in mano il proprio destino.
La ricostruzione cambiò il volto del nostro Paese e lo rese moderno, più giusto, conquistando rispetto e considerazione nel contesto internazionale dotandosi di antidoti contro il rigenerarsi di quei germi di odio e follia che avevano nutrito la scellerata avventura nazifascista“. “Il 25 aprile è la data fondatrice della nostra esperienza democratica di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione“, ribadisce il Presidente “La fine della guerra lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità europea. Nasceva allora una nuova Italia, e il nostro popolo, a partire da quella condizione di grande sofferenza, unito intorno a valori morali e civili di portata universale, ha saputo costruire il proprio futuro“.”Nella nostra democrazia la dialettica e il contrasto delle opinioni non hanno mai, nei decenni, incrinato l’esigenza di unità del popolo italiano, divenuta essa stessa prerogativa della nostra identità. E dunque avvertiamo la consapevolezza di un comune destino come una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale. L’abbiamo vista manifestarsi, nel sentirsi responsabili, verso la propria comunità ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla prova la capacità e la volontà di ripresa dei nostri territori” conclude poi il Presidente.